E tu vai.

Te lo scrivo nero su bianco: vai via.

Non è successo niente di particolare, ma è un momento così. Non voglio dirti cose cattive, non le meriti. Ma adesso mi viene in mente solo il male, il male piccolo di tutti i giorni, il male che non fa rima con silenzio. Quella volta che potevi liberarti prima e invece hai preferito aspettare a casa tua perché intanto finiva il primo tempo della partita. E io, sotto l’acqua, a sperare che ogni macchina fosse la tua Golf scassata, quel suono gutturale, arrabbiato. Poi ricordo i tuoi commenti sulla mia migliore amica, quella che odiavi e intanto ti piaceva. Lei me lo diceva, che da sola con te non ci voleva stare.

Sei un uomo, cosa devo fare. Adesso basta, però.

Ieri sera hai sbattuto la porta, la tua mano è arrivata sulla maniglia come un sasso arroventato, di quelli che lasciano un segno indelebile. Ti sei convinto che mi faccio il tizio del bar, quello nuovo, che fa i cocktail. Te lo ha detto qualcuno, di sicuro. No. Non è lui. Non immagini nemmeno, di chi mi sono innamorata.

Perché sono innamorata, sì.

L’amore che provavo per te lo sto passando a un altro: non è difficile, sai? Succede quando si smette di parlarsi. Ma una donna non riesce a non provare amore, a non dare amore. Una donna è fatta per accogliere e poi per traboccare: esplodono, le cose, se le teniamo dentro troppo.

Io lo dico, alle persone, che per sopravvivere bisogna cacciar fuori gli spuntoni che ci sentiamo tra lo stomaco e la pancia: lo faccio anche in treno, io, sui mezzi pubblici. Quando trovo due orecchie buone, capaci di ascoltarmi.

Tuo padre ha iniziato così.

È venuto qui una sera, anche lui ti cercava, quella volta che non ricordavi la mia cena, il sushi che ti avevo preso. Sei rimasto al campo di calcetto, una partita, una partita sola. Ti era morto il cellulare. E io e tua padre a parlare piano qui, davanti alla porta. E poi sul divano. Che mani che ha, lui, sono le tue, ma salde, più grandi. È stanco di essere solo, sai?

Tu sei come tua madre. Passi dentro le vite, poi vai: non vai lontano con il corpo, te ne vai con tutto. Lui no. Tuo padre no. Lui da me è entrato per restare.

Ridi? Ridi, dai.