Il passo della chiocciola.

Un giorno un bambino di nome Giacomo andò dalla mamma e le mostrò i suoi occhi. Occhi che avevano appena pianto. La mamma gli chiese: “Cosa succede, amore mio?” e lui rispose, con la voce tremante:

“Mi dicono che sono lento”.

E la mamma comprese che per un mondo che corre, e corre sempre, “sei lento” è l’insulto più grande.

Pioveva, quel giorno. La mamma aprì la finestra della cucina, che dava sul giardino.

“Guarda qui” si rivolse al figlio. “La vedi?” disse, indicando una bella chiocciola tranquilla, che camminava sul vialetto di beole in mezzo al prato.

Il bambino si mise in ascolto.

“Lasciali correre, i tuoi amici. Chi corre è leggero. Non trattiene nulla su di sé. E non vede nulla di ciò che passa intorno. Tu fai come questa chiocciola: cammina lento e crea una storia dentro la tua conchiglia. Osserva il mondo piano piano.

E trattieni ogni sorriso, ogni mano, ogni lacrima che incontri.

Queste cose peseranno, certo. E dovrai anche faticare, per portarle su di te.

Ma saranno il tuo carico prezioso, quel bagaglio che ti rende forte, che ti farà sentire a casa. Ovunque tu vada”.