Un amico Tondo.

Tondo è un cucchiaio che adora mangiare. Uno che non sa rinunciare né al dolce, né al salato. Chef Ronnie dice sempre che Tondo il cucchiaio è un’ottima forchetta. Le posate del ristorante, invece, lo prendono in giro: “Guardate, c’è Tondo l’ingordo”, oppure “Se non fate i bravi, vi dò in pasto a Tondo mappamondo”, o ancora “Tondo, mangeresti pure il mondo!”

Dovete sapere che Tondo ama talmente mangiare che mangia anche le pietanze che dovrebbe portare alla bocca dei clienti del ristorante. “Che delicata questa mousse di tonno e pesce spada, leggerissima” dicono le signore attente alla linea, liete di aver dimezzato le calorie grazie alla gola del famelico cucchiaio. “Mi perdoni cameriere, ma questa zuppa era un assaggio, ne pretendo un’altra porzione!” dicono gli omoni affamati, che si vedono sottrarre ogni delizia da quel cucchiaio impertinente e mangione.

Una sera entrarono nel ristorante un papà e un bel bambino.

Questo bimbo, che non aveva più la mamma (e in verità avrebbe tanto voluto rivederla, un giorno), era tondo come Tondo. E mangiava. Non esisteva cosa al mondo che non finisse nella sua bocca. Il papà era molto preoccupato e lo aveva accompagnato da diversi dottori: diete, sport, tanti tuffi con tantissimi schizzi, ma nulla funzionava. Il bimbo doveva sempre mangiare.

Papà e figlio si sedettero al tavolo di Tondo. E il bimbo, che per prima cosa ordinò un budino al triplo cioccolato con granella di mandorle e nocciole, comprese subito ciò che gli altri avventori non avevano mai capito: Tondo il cucchiaio mangiava al posto loro.

Mentre il papà andò a rispondere a una telefonata di lavoro (di quelle importanti, che di solito tengono lontani i grandi almeno per quindici minuti), il bambino sussurrò a Tondo: “Hey! Ridammi il mio budino, ti ho visto…l’hai mangiato tu!”. Tondo non credeva alle sue orecchie. Un cliente gli parlava.

Un cliente lo aveva notato. Anzi, avevo capito tutto.

Fu talmente felice di aver attirato l’attenzione del bambino, che divise a metà con lui l’ultimo boccone.

Da quella sera, il bambino chiese al papà di portarlo sempre in quel ristorante. E di sedersi al solito tavolo. “Mi piace papà, è un ristorante magico. E’ il nostro ristorante!”.

Giorno dopo giorno, fu evidente agli occhi di tutti: il bambino ordinava ricchi piatti, ma dimagriva.

Certo! Ogni boccone era diviso a metà con il cucchiaio Tondo, che a sua volta fu sempre meno tondo.

Insomma i due diventarono amici e impararono a saziare la stessa fame, a riempire lo stesso vuoto e a condividere la stessa voglia di budini al triplo cioccolato.

E non erano più tanto grassi. Erano semplicemente più grandi.